CAPITOLO I - SENZA DAX
Poco dopo la vittoria ottenuta sulle forze avversarie, la Defiant era stata raggiunta da un messaggio di Priorità Uno proveniente dalla stazione spaziale che ingiungeva loro di ritornare il più in fretta possibile: oltre al brutto colpo riguardante il collasso del Tempio Celeste, il tunnel naturale presso il quale orbitava Deep Space 9, Gul Dukat, posseduto da un Pah-wraith, era riuscito a irrompere nel locali ove era custodito il Cristallo della Contemplazione, violandolo, causando proprio il collasso del Tempio Celeste che così duramente aveva colpito l’Emissario dei Profeti.
Attorno a lui, gli altri Ufficiali si irrigidirono: Kira e O’Brien si scambiarono uno sguardo attonito, mentre Quark, che stava per chiedere a cosa si riferisse il medico con quelle parole, fu stroncato da un gesto asciutto da parte di Odo mentre Sisko, da parte sua, era teso come una corda di violino.
«Ma,» aggiunse Bashir facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti (e meritandosi anche qualche occhiataccia), «sono stato in grado di stabilizzare anche Jadzia. Sono entrambi in via di guarigione, anche se ci vorrà ancora un po’. Siamo stati in grado di salvare entrambi! Ora Worf è con lei.» La tensione che aveva permeato il gruppo fino a quel momento evaporò in un battibaleno, con Kira che addirittura abbracciò Quark e Odo che abbozzò una sorta di sorriso, mentre O’Brien dava un’energica pacca sulla spalla a Bashir e Sisko inspirò profondamente un paio di volte per riprendersi da un terribile colpo che, ringraziando i Profeti, non era arrivato. Jadzia era salva, nonostante le importanti ferite sostenute per mano di Dukat. Ma la promessa di vendicarsi sul Cardassiano era ancora fresca nella sua mente: se se lo fosse ritrovato di fronte, non avrebbe di certo esitato.
*
Dopo qualche giorno passato in Infermeria sotto osservazione diretta da parte del Dottor Bashir, al Tenente Comandante Jadzia Dax, Ufficiale Scientifico Capo di Deep Space 9, venne dato il permesso di passare il resto della propria convalescenza negli alloggi che condivideva con il marito, il Tenente Comandante Worf.
Nel proprio rapporto, il Dottor Bashir aveva sottolineato come fosse stato costretto a separare brevemente il simbionte Dax da Jadzia, altrimenti non sarebbe stato in grado di salvare le due vite in gioco: fortunatamente, tutta l’operazione era stata ben dentro i tempi in cui ospite e simbionte potevano sopravvivere l’uno senza l’altro, permettendo quindi all’Ufficiale Medico Capo della base di completare con successo quello che sembrava un miracolo.
Jadzia, da parte sua, si stava riprendendo piuttosto rapidamente dal trauma, mostrandosi sempre piuttosto irrequieta e scalpitante per poter ritornare in servizio attivo, dal quale era stata sospesa dal Capitano Sisko fino a nuovo ordine, per permetterle di processare il trauma subìto. Dietro consiglio del Dottor Bashir, comunque, Sisko aveva permesso al proprio Ufficiale Scientifico di impegnarsi in alcune attività non particolarmente onerose, per permetterle di impegnare in qualche modo il proprio tempo e impedirle di comparire senza preavviso nel Centro Operativo della stazione.
Ma la donna era irrequieta anche e principalmente per un altro motivo, in realtà: nel seppur breve lasso di tempo in cui era stata forzatamente separata dal proprio simbionte, per permettere al Dottor Bashir di salvare entrambi, la scienziata si era trovata a dover far i conti con alcuni aspetti interessanti riguardanti la propria sfera sentimentale, come ebbe modo di scoprire a proprie spese il marito. Una sera, infatti, rientrato dal servizio, Worf aveva deciso di portarle uno dei suoi piatti klingon preferiti, sebbene il suo arrivo con la leccornia non fosse stato particolarmente apprezzato dalla moglie che, invece, aveva preferito qualcosa di molto più tradizionale.
La reazione di Jadzia, inevitabilmente, aveva fatto aumentare la preoccupazione di Worf per la moglie, considerando anche che era da quando la donna aveva lasciato l’Infermeria si era dimostrata piuttosto scostante nei suoi confronti. Durante la cena di quella sera, quindi, si decise finalmente ad affrontare il discorso con lei, ritenendo che un confronto avrebbe sicuramente giovato a entrambi, permettendo loro di risolvere qualsiasi problema turbasse la Trill. Non aveva alcuna idea di quale bomba sarebbe però esplosa ai suoi danni.
«Allora, come ti senti oggi?» Worf le chiese a fine cena, come ormai faceva da quando Jadzia era stata dimessa dall’Infermeria. La Trill gli lanciò uno sguardo a metà tra lo scocciato e l’insofferente, apparentemente senza motivo, prima di rispondergli in tono di leggero rimprovero: «Me lo chiedi tutti i giorni, Worf. Ci vorrà del tempo affinché io mi possa riprendere del tutto, lo sai benissimo…»
«Tempo per cosa, esattamente?» Worf non poté fare a meno di chiederle, non capendo a cosa lei si potesse riferire con quella sua richiesta particolare. Tempo? si ritrovò nuovamente a domandare, questa volta a sé stesso, mentre la donna di fronte a lui sembrava innervosirsi sempre di più di fronte a lui, sempre più a disagio per un motivo non così ben specificato. Dopo qualche istante di silenzio, comunque, sembrò che Jadzia fosse finalmente giunta a una conclusione, perché sembrò assumere un piglio leggermente più deciso e lo sguardo nei suoi occhi, quando incrociò quelli del marito, fece tremare internamente il Klingon, il quale si ritrovò a presagire qualcosa di non particolarmente buono dalla situazione.
Finalmente, l’imponente Klingon le domandò, tra i denti, non volendo davvero sapere la risposta, ma sentendosi comunque costretto a chiedere: «Chi sarebbe questa… persona… per la quale hai scoperto di provare questo tipo di sentimenti?»


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