[RECENSIONE] STAR TREK: GENERAZIONI - J. M. DILLARD

📚DALLA QUARTA DI COPERTINA📚
Due capitani. Un unico destino. Nel 2293, l'universo piange la scomparsa del leggendario James T. Kirk, disperso nel vuoto dello spazio durante il viaggio inaugurale dell'Enterprise-B. Settantotto anni dopo, il capitano Jean-Luc Picard si ritrova a inseguire un folle scienziato, Tolian Soran, deciso a distruggere interi sistemi solari pur di accedere al "Nexus", un paradiso eterno dove il tempo non ha significato. Per fermare la catastrofe e salvare il futuro, Picard dovrà compiere un viaggio impossibile oltre i confini della realtà, dove scoprirà che le leggende non muoiono mai davvero. Il passaggio del testimone tra due generazioni di eroi in un’avventura che sfida le leggi della fisica e del cuore.

Il rischio delle novelization (i libri che, come questo, sono tratti dai film o da alcune delle puntate di una serie TV) è spesso quello di essere semplici "copia-incolla" della sceneggiatura. J.M. Dillard, invece, riesce a fare qualcosa di più: riempie i silenzi. Se il film è il corpo di questa storia, il libro di Dillard ne è senza dubbio l’anima, anche perché presenta al proprio interno una ricchezza di materiali che, all'interno del film, non è ovviamente presente.
Ma perché leggere questo romanzo?
L’addio che mancava. Nel film, la scomparsa di Kirk all'inizio sembra quasi burocratica. Nel libro, Dillard aggiunge il punto di vista di due dei suoi più vecchi e leali amici: Spock e il Dottor McCoy. Sentire i loro pensieri e il loro dolore per la perdita dell'amico rende l'incidente dell'Enterprise-B infinitamente più struggente, soprattutto considerando che nessuno dei due fosse fattivamente presente a bordo del vascello (e, per Kirk, è una sorta di premonizione per il proprio destino).
La psicologia dei Capitani. Il romanzo scava anche nelle ferite del Capitano Picard, ufficiale comandante della U.S.S. Enterprise-D settantotto anni dopo gli avvenimenti occorsi a bordo dell'Enterprise di Harriman. Il dolore per la perdita della sua famiglia non è solo un pretesto narrativo, ma un'ombra che lo accompagna in ogni pagina. Allo stesso modo, Kirk non è solo un "eroe in pensione", ma un uomo che teme profondamente l'irrilevanza, soprattutto considerando come egli fosse profondamente legato non solo al proprio lavoro e al proprio equipaggio, ma anche alla propria nave.
Il Nexus come tentazione. Mentre sul grande schermo il Nexus appare limitato, nelle pagine della Dillard diventa una tentazione metafisica quasi insopportabile. Si percepisce chiaramente perché il Dottor Soran sia disposto a tutto pur di tornare in quel paradiso eterno e perché la stessa Guinan lo guardi con nostalgia.
Più di una semplice trasposizione, il lavoro di J.M. Dillard è un ponte necessario tra due epoche. Se il film vi ha lasciato con qualche dubbio, il romanzo vi darà le risposte, esplorando l'umanità e i rimpianti di Kirk e Picard con una profondità che solo la grande letteratura sci-fi sa offrire. Da leggere assolutamente per ogni vero appassionato.
🎺CURIOSITÀ🎺
- L'edizione italiana della Fanucci è molto ricercata dai collezionisti, poiché negli anni '90 l'editore romano deteneva i diritti esclusivi per i romanzi di Star Trek in Italia, curando traduzioni che oggi sono considerate dei piccoli "classici" per il fandom locale.
- J. M. Dillard (pseudonimo di Jeanne M. Kalogridis) è una veterana dell'universo di Star Trek; oltre a Generazioni, ha scritto le trasposizioni di quasi tutti i film della serie classica e di The Next Generation.
- Il mistero del finale riscritto: la Dillard dovette riscrivere il finale della prima edizione in tempi record. Inizialmente, la morte di Kirk era molto più cruda (veniva colpito alle spalle da Soran). Dopo i risultati dei *test screening* del film, la produzione decise di cambiare la scena per renderla più "eroica" e il libro fu allineato all'ultimo momento, rendendo le prime bozze del testo quasi leggendarie tra i fan.


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