[RECENSIONE] STAR TREK: LOWER DECKS - MINISERIE A FUMETTI - #3 (DI 3)

Arrivato sugli scaffali il 30 novembre 2022, il terzo e ultimo numero della miniserie a fumetti di Star Trek: Lower Decks, edito dalla IDW, non aggiunge niente di nuovo a quanto narrato finora nei due numeri precedenti e ripropone le stesse dinamiche viste finora: illude che accada qualcosa di innovativo e travolgente, invece ricade nello stesso cliché già visto nei due precedenti numeri (ovvero nella promessa che il cattivo da copertina - l’ologramma senziente di Dracula - sia effettivamente un cattivo) e lo trasforma in un altrettanto prevedibile clichè, convertendolo a ruolo di deus-ex-machina.

Sempre scritto da Ryan North e disegnato da Chris Fenoglio, il fumetto fa sua la grafica e l’estetica della serie televisiva animata e la riproduce abbastanza fedelmente. Se nel primo numero i disegni apparivano più curati e fedeli alla controparte animata, già a partire dal secondo si era vista una leggera approssimazione nella caratterizzazione grafica dei personaggi, cosa che si può rilevare anche in questo terzo numero. Si tratta comunque di dettagli, spesso minimi (come le braccia a volte troppo piccole e sotto-proporzionate rispetto al corpo del primo ufficiale Ransom o il busto troppo grosso di Boimler), che non pregiudicano oltremodo la godibilità generale del fumetto. Ridisegnare personaggi animati bidimensionali risulta sicuramente più agevole che riprodurre attori dallo schermo alla carta, e la resa complessiva è sicuramente di alto livello.

Nel primo numero della miniserie (trovate QUI la recensione) la Cerritos viene inviata a gestire un secondo contatto nel sistema Qvanti, dove una specie aliena ha recentemente sviluppato la curvatura. Durante il viaggio i nostri affezionati ufficiali dei ponti bassi si rilassano sul ponte ologrammi, ma Boimler e Mariner arrivano a provocarsi a tal punto da chiedere al computer di creare un avversario olografico degno di sconfiggere Data, così come era stato il Professor Moriarty sulla Enterprise-D.

Nel frattempo, arrivati al pianeta, la squadra di sbarco composta dal Capitano Freeman, la Dottoressa T’Ana e il Tenente Shaxs, si ritrova inseguita da dei bifolchi armati di torce e forconi, decisamente non evoluti sino alla soglia della curvatura.

Sulla nave, complice una anomalia energetica che colpisce la Cerritos, il cattivone creato per l’occasione risulta essere un crudele Conte Dracula.

Nel secondo episodio (trovate QUI la recensione) la squadra di sbarco, ormai catturata, viene portata al rogo. Salvatisi grazie alle maniere forti di Shaxs e al provvidenziale arrivo di una navetta aliena con a bordo i veri Qvanti, che vivono su un altro continente dello stesso pianeta, i tre ufficiali vengono nuovamente catturati, questa volta proprio dai Qvanti, e ri-condannati a morte.

Sulla nave, nel frattempo, i quattro Guardiamarina si godono un pic-nic con Dracula sul ponte ologrammi, scoprendo che il cattivo è in realtà animato da istinti cordiali. Ma, assaggiato accidentalmente il sangue di Rutheford, in Dracula si risveglia l’animo perfido del vampiro.

Nel terzo episodio vediamo Dracula, impossibilitato a uscire dal ponte ologrammi, tentarle tutte per poter evadere e nutrirsi del sangue dell’equipaggio. Con alcuni trucchetti logici contro il computer, riesce ad acquisire conoscenze spropositate e assorbe gran parte dell’energia della nave, ma rimane ancora vincolato al suo essere un ologramma.

Sul pianeta, intanto, il capitano Freeman è decisa a risolvere diplomaticamente la situazione e ordina a Ransom, al comando della Cerritos, di non intervenire anche a fronte dell’attacco delle forze Qvanti.

I quattro Guardiamarina decidono di affrontare Dracula sul ponte ologrammi e scoprono, ancora una volta, che il vampiro olografico non è poi così cattivo. È sufficiente qualche sacca di plasma, che gli ufficiali mettono tranquillamente a disposizione, e il Conte è più che disponibile a dare una mano a risolvere la situazione.

Costruito in quattro e quattr’otto un proiettore olografico portatile, il vampiro viene “sparato” dentro la nave ammiraglia nemica, dove è in grado di scoprire la vera storia che i Qvanti celano. Una storia di guerra intestina tra due popolazioni dello stesso pianeta, una arretrata e una evoluta, una belligerante e una pacifica: una condizione che impedisce a tutti gli effetti l’ammissione alla Federazione Unita dei Pianeti. A inganno svelato la squadra di sbarco viene liberata.

Tornati a bordo della Cerritos, è ora di sistemare le cose con Dracula. L’ologramma ora è pronto per lasciare la nave e dirigersi verso… l’Accademia per Ologrammi di Emergenza, dove lo aspettano a braccia aperte dei suoi simili come Sherlock Holmes e Cthulhu.

Come negli episodi precedenti, troviamo a margine delle tavole molte didascalie estemporanee, dei veri momenti in cui l’autore commenta la storia e il suo stesso lavoro. L’idea è sempre carina ma, alla lunga, perde di freschezza e ci si rende conto che la storia procede ugualmente bene anche senza queste chiacchiere oltre la quarta parete.

Dal punto di vista delle citazioni e dei riferimenti all’universo Trek, gli elementi sono sempre meno. L’effetto nostalgia era stato ampiamente sfruttato nel primo episodio, ma poi è stato progressivamente smorzato nel secondo e terzo numero. Rimangono comunque da notare alcune citazioni verbali alla “macchina del giudizio universale” e al “arsenale della libertà”, oltre agli ovvi riferimenti alla tecnologia olografica mostrata in Star Trek: Voyager.

Anche la rubrica a fondo albo, intitolata “Badgey explains it all…” dove il “simpatico” Commy (Badgey in lingua originale) elenca i riferimenti Trek presenti nel fumetto, si limita ad elencare i vari personaggi olografici qui citati e apparsi nel corso delle varie serie Trek.

In conclusione, ammetto di essere partito nella lettura di questa miniserie con grande entusiasmo, ma di essermi progressivamente spento a causa della ripetitività delle vicende e, tutto sommato, della banalità di alcune scelte narrative. Il pregio è che questo genere di avventure, un po’ scanzonate, ben si adatta al formato di Star Trek: Lower Decks e, anche se tre numeri sono stati (almeno per me) troppi per raccontare questa storia, ritengo che sia stata una lettura piacevole. In una scala da 1 a 10, il mio voto complessivo è un 7.

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