[ARTICOLO] THE ROMULAN WAR (STAR TREK: ENTERPRISE) - MICHAEL A. MARTIN

The Romulan War è una duologia di romanzi scritta da Michael A. Martin (conosciuto anche per aver pubblicato, assieme ad Andy Mangels, The Good That Men Do e Kobayashi Maru) e pubblicata per la Pocket Books, sussidiaria della Simon & Schuster, tra l'ottobre 2009 e l'ottobre 2011. Ambientata tra il 2155 e il 2161, si colloca dopo la fine della serie TV di Star Trek: Enterprise e affronta le cosiddette Guerre Romulane.

Come ho rimarcato più volte all'interno delle recensioni dedicate ai due volumi che compongono la serie (Beneath the Raptor's Wing e To Brave the Storm) e pubblicate la prima e la seconda settimana di settembre, parlare di questi romanzi è meno facile di quanto non sembri in apparenza.

Ambientati immediatamente in coda agli episodi conclusivi di Star Trek: Enterprise, come abbiamo visto la serie affronta gli scontri che videro affrontarsi principalmente gli umani e i romulani. Solo in un secondo momento gli alleati degli umani, quindi i vulcaniani, i tellariti e gli andoriani, sarebbero entrati negli scontri, riuscendo quindi a sconfiggere definitivamente la flotta imperiale romulana pronta a invadere il Sistema Solare e, poi, a espandere le proprie conquiste nei sistemi limitrofi.

Siamo forse di fronte a una delle prime grandi avversità che la razza umana si ritrova ad affrontare in seguito al primo contatto con i Vulcaniani, avvenuto il 5 aprile 2063 a seguito del successo ottenuto con il primo motore a curvatura, ideato da Zefram Cochrane. Certo, durante la run di Enterprise vediamo l'umanità affrontare la crisi Xindi e a quella relativa a Terra Prime, un gruppo di esseri umani razzisti e xenofobo, ma in questo caso la Terra si ritrova a far virtualmente fronte, completamente da sola, a un potere (quello dei Romulani) apparentemente imbattibile.

Ho trovato particolarmente interessante, nella narrazione all'interno dei due romanzi, come i Vulcaniani, per ordine dell'Amministratrice T'Pau, siano i primi ad abrogare i patti di reciproca alleanza, fondanti la Coalizione dei Pianeti, firmati assieme agli umani, ai Tellariti e agli Andoriani, mentre le altre tre specie lottano senza quartiere per fermare l'avanzata romulana.

Anche se dal punto di vista degli umani, le motivazioni proposte dai vulcaniani possano sembrare assurde, la logica dietro le scelte dell'amministratrice T'Pau non è totalmente sbagliata, soprattutto considerando due punti:

  • tra i Vulcaniani e gli Umani, alcuni individui sono al corrente che i Romulani siano lontani cugini dei Vulcaniani; la consapevolezza di questa parentela avrebbe probabilmente distrutto facilmente l'alleanza non solo tra le due popolazioni, ma anche quella con Andor e Tellar;
  • come non solo le navi vulcaniane, ma anche quelle tellarite e andoriane rischiano di essere catturate molto più rapidamente di quelle terrestri dalla nuova tecnologia sviluppata dai romulani. Oltre, nel caso dei vulcaniani, al fatto che T'Pau voglia accompagnare il proprio popolo al pacifismo (nonostante alla fine vi sia un cambiamento di idee e durante lo scontro decisivo della guerra finalmente gli umani vengano supportati dalle flottiglie alleate).

Trovo sia un grandissimo peccato che quanto narrato all'interno dei romanzi non sia stato, invece, mostrato sul piccolo schermo, a causa della cancellazione prematura della serie TV (la quale, probabilmente, non aveva dato i risultati sperati a livello di ascolti durante le quattro stagioni precedenti, complice una scrittura zoppicante nelle prime puntate e riguardo i primi archi narrativi). Avrei trovato molto interessante non solo leggere, ma anche e soprattutto vedere gli sviluppi di uno scontro con il quale si è deciso di plasmare parte della lore di Star Trek e la resa misteriosa, almeno per i primi tempi (basti vedere la TOS) dei Romulani.

Nonostante, ovviamente, non si potessero descrivere nel dettaglio - e quindi, l'utilizzo dei salti temporali possa avere una sua logica - gli scontri durati quasi un decennio, secondo me qualche dettaglio in più poteva essere offerto al pubblico di lettori. È una delle poche critiche che mi sento di mettere nero su bianco. Ne consiglio comune la lettura? Assolutamente sì.

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